Verde blu

2022-11-15 17:01:23 By : Ms. Mia Hou

Dove vanno a finire le acque di scarico prodotte dalle attività umane, provenienti da case, edifici, agricoltura e impianti industriali? Pochi di noi si chiedono cosa succede dopo aver tirato lo sciacquone, ma oggi ci hanno pensato gli scienziati: un gruppo di ricerca dell'Università della California a Santa Barbara ha fornito una mappa globale dei punti in cui maggiormente le acque di scarico (anche dette reflue) immettono sostanze nocive, fra cui azoto e patogeni, che riescono a raggiungere i mari. Gli autori hanno misurato la diffusione e l'impatto di questi composti dannosi per gli ecosistemi costieri, indicando quali regioni del globo terrestre sono maggiormente colpite da questo problema. I risultati sono pubblicati su Plos One.

Le acque reflue contengono migliaia di composti, sia organici sia non organici. Fra questi ci sono fosforo e azoto in quantità elevata, insieme a microrganismi patogeni, solitamente eliminati nelle prime fasi della depurazione. Questi elementi, che inquinano e sono dannosi per la salute, devono essere rimossi attraverso opportuni trattamenti chimici, operati nelle reti fognarie e in altri impianti di depurazione, prima che l'acqua sia nuovamente immessa nei fiumi o nel mare. Ad esempio azoto e altre sostanze fungono da nutrienti per le piante e un loro eccesso può contribuire alla formazione di fioriture di alghe tossiche, che intaccano le barriere coralline e gli ecosistemi locali.

In generale, le acque reflue possono raggiungere gli oceani in varie condizioni, dopo essere state trattate oppure al contrario non depurate, e questo dipende anche dalle condizioni degli impianti e dall'area geografica in cui ci troviamo. Sulla base di stime precedenti e dell'elaborazione dei dati attuali attraverso modelli statistici, gli autori hanno misurato che le acque reflue provenienti dai nostri scarichi - principalmente dalla rete fognaria - introducono ogni anno 6,2 teragrammi (migliaia di miliardi di grammi) di azoto negli ecosistemi costieri. Questa quantità non è per niente trascurabile e corrisponde a circa il 40% di quella che deriva dall'agricoltura, che continua a farla da padrona. Nel dettaglio più del 60% dell'azoto da acque reflue arriva dalla rete fognaria, ben il 32% da acque non trattate che arrivano direttamente in mare, e il 5% da fosse biologiche.

Le coste di tutto il mondo sono colpite dal problema, anche se alcune aree - 25 bacini idrografici - sono responsabili dell'immissione di sostanze potenzialmente nocive negli oceani per una fetta pari alla metà. Le aree dove il rilascio di azoto è maggiore sono situate in India, Corea e Cina, dove il fiume Azzurro (Chang Jiang o Yangtze River) occupa un ampio spicchio, pari all'11% del totale. La barriera corallina è mediamente più esposta alle sostanze nutrienti in zone concentrate in Cina, Kenya, Haiti, India e Yemen. E le alghe tossiche sono già presenti in alcuni punti di Ghana, Kuwait, India, Nigeria e Cina.