Il rifacimento completo di un bagno è uno dei casi più comuni nel campo delle ristrutturazioni di appartamenti.
Se spesso i lavori nei bagni vengono intrapresi per problemi di malfunzionamento, non è certo raro che la molla che spinge al cambiamento sia invece proprio di natura estetica.
È infatti molto difficile che un bagno progettato 10 o 15 anni prima risponda ancora ai nostri gusti: soprattutto le piastrelle e i materiali utilizzati per pavimento e pareti appaiono datati, ma anche la rubinetteria e persino i sanitari cambiano linee e forme per rimanere al passo coi tempi e col gusto.
Quindi capita spesso che, quando si acquista una casa in cui tutto il resto va bene, senza che vi sia per esempio necessità di spostare muri o eseguire interventi rilevanti, ci sia invece da rifare il bagno.
Seguiamo l’architetto Clara Bona in uno dei cantieri di cui segue il progetto e lasciamole la parola!
Se tutto fila liscio (e sono stati già ordinati per tempo sanitari, rubinetti e materiali), i lavori possono durare solo un paio di settimane, ma di solito è meglio mettere in conto un mese di cantiere. È un periodo che a prima vista può sembrare troppo lungo, ma le fasi che si susseguono hanno tempistiche minime e basta che si inceppi un solo passaggio per bloccare tutto (per esempio, basta che non arrivino i rubinetti a incasso… ).
Per questo è importante essere ben organizzati e iniziare le demolizioni solo quando si è certi che non ci saranno interruzioni. Soprattutto se si rifà il bagno di una casa già abitata.
In realtà la durata del cantiere dipende molto da cosa si deve realizzare: se i sanitari sono nuovi ma rimangono nelle stesse posizioni e non si devono rifare gli impianti e i sottofondi si può prevedere una durata di circa 15 giorni. Altrimenti nella pratica occorre preventivare più tempo.
Una delle richieste più frequenti è quella di sostituire la vasca con la doccia, modifica che spesso determina un cambiamento anche delle posizioni esistenti.
Per non perdere tempo, si devono avere da subito disponibili il piatto doccia e la parte a incasso del miscelatore, perché vanno entrambi murati nella prima fase dei lavori. I rubinetti e i sanitari possono, invece, anche arrivare un pochino dopo, quando sono già finite le fasi di muratura.
Vediamo allora passo dopo passo la trasformazione di un bagno, in origine senza carattere e un po’ triste in uno decisamente speciale. Ecco la sua storia, dal prima al dopo.
In origine questo era un classico bagno anonimo, con piastrelle neutre, una greca decorativa e sanitari molto normali. Non in cattive condizioni, ma decisamente datato. Si è quindi deciso di rifarlo totalmente, cambiando anche la posizione della porta d’accesso, che prima era in corridoio e che è stata spostata in camera per avere il bagno-en-suite (una delle cose più richieste quando nell’appartamento esiste già un altro bagno disimpegnato con antibagno, come richiesto dalla normativa).
In questo caso la richiesta era anche di avere una doccia grande e comoda (senza box ma schermata da un muretto, come quelle di una SPA) e anche un grande piano lavabo.
Dettaglio assolutamente da eliminare: la cassetta di scarico del water esterna.
Ma soprattutto occorreva che il nuovo bagno avesse uno stile tutto nuovo, naturale ma chic, senza fronzoli ma raffinato…
Obiettivi per il nuovo bagno
La prima fase di cantiere: la demolizione delle piastrelle a pavimento e a parete, la rimozione di tutti i sanitari e l’apertura del vano porta tra bagno e camera da letto, dove è stato murato un controtelaio per l’inserimento di una porta scorrevole interno muro, che non togliesse centimetri preziosi all’ambiente. Altro intervento di demolizione ha riguardato una porzione di parete del bagno nel punto in cui si voleva inserire la nuova doccia in muratura: si è infatti “rubato” un po’ di spazio nel locale adiacente per darle maggiore profondità, così da renderla più comoda nell’utilizzo ma anche per poterla lasciare senza chiusura, aperta come in una spa.
Questa fase, che è la più rumorosa e quella che crea più polvere e disagi, in questo caso ha richiesto 4 giorni di lavoro, compresa la fase di copertura dei pavimenti del resto dell’appartamento, per evitare di rovinarli, e la sigillatura con il cellophane di alcuni mobili (perché la casa era già abitata e arredata e, anche se i proprietari avevano lasciato l’appartamento per il periodo dei lavori, vi erano le loro cose personali).
Il tracciamento degli impianti nelle nuove posizioni ha richiesto una settimana intera: è sempre infatti la fase più lunga, che viene realizzata dai muratori che si coordinano con l’idraulico, per definire i passaggi migliori e creare le giuste pendenze.
Uno dei punti fondamentali è stato l’inserimento della nuova cassetta dentro la parete, al posto che dietro al water come prima. In questo caso lo spessore della parete permetteva l’incasso (10 centimetri), ma può succedere nelle case d’epoca che ci siano anche dei muri di soli 5/7 centimetri di spessore che richiedono invece di rinforzare tutto il muro aggiungendogli una tavella.
Per creare questa doccia, abbastanza grande soprattutto in lunghezza, è stato utilizzato un piatto doccia (Geberit Sestra), molto facile da installare perché disponibile in tante varianti di misure e con uno spessore di 4 centimetri, utilizzabile sia in appoggio che a filo pavimento. La superficie, realizzata in “resin stone”, oltre ad essere solida e antiscivolo, ha una finitura effetto pietra, qui scelta nel colore bianco che più si adattava alle finiture del bagno ma esiste anche in grigio pietra e grafite.
La scelta di delimitare la doccia con un muretto al posto che con un box è molto pratica: non si deve pulire il vetro e chi fa la doccia rimane completamente nascosto rispetto alla zona lavabo.
Per le pareti è stato scelto un rivestimento in lastre di grande formato ardesia verde, che riprendono il colore del pavimento.
Dopo aver finito gli impianti sono state chiuse le tracce a parete e sono stati fatti i sottofondi dei pavimenti. Poi è stata costruita la struttura in muratura del mobile sul cui top appoggerà il lavabo e che gira anche nella nicchia sottofinestra, diventando un comodo scaffale aperto. Costruito in mattoni forati, è stato poi intonacato e rasato, e poi finito in resina per una maggior protezione. Una scelta particolare questa del mobile bagno, molto adatta allo stile “natural” che volevamo ottenere con questo particolare lavabo da appoggio in travertino con angoli stondati e bordo sottile (modello Crib Slim di Pietre di Rapolano, misura 50 x 40 cm).
Eccoci arrivati alla fase della piastrellatura del pavimento e alla rasatura delle pareti, non rivestite in piastrelle.
Si è scelto di utilizzare un materiale naturale, l’ardesia, tagliata in formato di piastrelle esagonali per il pavimento e rettangolari 30 x 60 cm per le pareti della doccia, mentre tutte le altre – una volta lisciate e rasate – sono state dipinte a smalto ad acqua.
Per il pavimento si è scelto di alternare due colorazioni (Bianco Ducale e Verde Brasil). Dopo aver posato tutti i materiali e aver completato le fughe, realizzate in colore per non metterle in risalto, il pavimento è stato lavato e poi si è aggiunta una mano di impermeabilizzante che ha reso il materiale più adatto all’uso in bagno.
Per il piano lavabo, è stata invece posata una lastra in ardesia verde sopra alla muratura, sempre trattata, e realizzata su misura dal marmista con una dima.
Per rendere questo bagno particolare, raffinato, si è scelto di dipingere la parete dietro al lavabo di un intenso e scurissimo verde bosco: un colore a prima vista difficile, ma che è invece capace di aggiungere un tocco elegante a tutto l’insieme. Tutte le altre pareti sono state dipinte in un tenue color corda, più caldo del bianco ma che quasi non si nota.
Per proteggere le pareti, si è utilizzato uno smalto all’acqua, mentre per il soffitto un’idropittura così da lasciare una zona più traspirante ed evitare muffe.
Dopo aver dipinto le pareti, una volta montati i sanitari e i rubinetti, per completare l’insieme sono state fissate a sofffitto due lampade che scendono dall’alto, laterali al lavabo, con finitura effetto cemento (modello Aplomb di Foscarini).
Per accentuare l’effetto décor, uno specchio con cornice dorata, invece di un tipico specchio da bagno. Una piccola scultura appoggiata sul piano, usata come portasalviette, aggiunge una nota etno-chic.
Ed ecco il bagno finito!
Progetti di interior design e foto: architetto Clara Bona