Ristrutturare il bagno: normativa, detrazioni e costi - Glamcasamagazine

2022-11-15 17:00:30 By : Ms. Shinny Xie

Il bagno è una delle stanze che viene ristrutturata più spesso e questo accade per svariati motivi.

Spesso, ad esempio, si acquista una casa che non necessita di grandi interventi, ma il bagno in genere è quello che nonostante tutto, si preferisce cambiare per motivi igienici o di obsolescenza degli impianti.

Inoltre, proprio quest’ultimo problema può essere quello che, anche in case che sono nostre da sempre, ci porta a dover più che voler ristrutturare il bagno, perchè, quando le manutenzioni diventano troppe e troppo frequenti, a ragion veduta conviene rifare piuttosto che riparare. Col tempo, purtroppo, gli impianti sono soggetti a logoramento e necessitano di interventi che vanno dalla semplice messa a punto al rifacimento in toto.

Va da sè che, a seconda delle motivazioni che ci spingono a ristrutturare il nostro bagno, avremo degli interventi più leggeri ovvero degli interventi più pesanti.  Fin qui l’ho detta in modo semplice, ma facciamo un riferimento alla legge per capire meglio. La legge 457/78 da’ le seguenti definizioni: a) interventi di manutenzione ordinaria, quelli che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti; b) interventi di manutenzione straordinaria, le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso. Pertanto, parleremo di manutenzione ordinaria per riferirci ad interventi “leggeri”, ossia di riparazioni degli impianti e sanitari o sostituzione di finiture e sanitari. Viceversa, nel caso di rifacimento degli impianti si parlerà di manutenzione straordinaria.

Ho voluto porre l’accento su queste definizioni perchè è importante comprenderle ai fini di quanto diremo nel seguito. Le pratiche burocratiche da presentare al Comune in cui è ubicato l’immobile sono differenti, secondo la tipologia di intervento che si fa ad effettuare. Il primo caso è quello della manutenzione ordinaria, per la quale si è in edilizia libera e non occorre presentare alcuna pratica edilizia, così come da glossario unico di edilizia libera (ai sensi dell’ art 1, comma 2 del decreto legislativo 25 novembre 2016, n.222). Opportunamente, però, io consiglio sempre un passaggio all’Ufficio Tecnico del Comune, perchè potrebbe volerci una CIL, Comunicazione di Inizio Lavori, per la quale è sufficiente compilare dei moduli appositamente predisposti e non necessariamente bisogna rivolgersi ad un tecnico.

Gli interventi di manutenzione straordinaria, invece, sono soggetti alla presentazione di una CILa, Comunicazione di Inizio Lavori asseverata. L’asseverazione avviene da parte di un tecnico abilitato, che bisognerà coinvolgere appositamente. Se la ristrutturazione del bagno è legata alla necessità di un adeguamento dello stesso per disabili o anziani, per ad esempio sostituire la vasca o rendere fruibile il lavabo o quant’altro, siamo in regime di manutenzione ordinaria, dunque di edilizia libera.  Se abbiamo un vero e proprio ampliamento con spostamento di tramezzi o addirittura creazione di nuovi spazi, occorrerà presentare una SCIA, Segnalazione Certificata di Agibilità, o, nei casi più impegnativi un vero e proprio Permesso di Costruire. Insomma, bisognerà valutare di volta in volta, facendosi aiutare dai tecnici preposti al Comune e/o da professionisti del settore (geometri, architetti, ingegneri). Alla fine dei lavori andrà presentata una SCA, Segnalazione Certificata di Agibilità, per ottenere l’agibilità dei locali, nei casi in cui l’intervento realizzato abbia inciso sui requisiti di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico. La Segnalazione andrà presentata entro 15 giorni dalla chiusura dei lavori e verrà accolta entro 30-60 giorni, secondo che sia stata o meno utilizzata l’autocertificazione. Infine, in caso di diversa distribuzione degli spazi interni con modifiche alle pareti, sarà necessario comunicare all’Agenzia del Territorio tale condizione, mediante una variazione catastale, effettuata sempre da un tecnico abilitato.

Veniamo, dunque, al ruolo del professionista, di cui dicevamo poc’anzi. Ogni tecnico ha la sua routine, ma in genere questi effettuerà un sopralluogo con rilievo delle opere da realizzare e, dopo il conferimento dell’incarico da parte del cliente, redigerà un progetto di massima, basato soprattutto sulle esigenze raccontate dal cliente stesso. Su questo progetto verranno discusse eventuali modifiche. Raggiunta poi la configurazione finale si procederà con la redazione di un computo metrico, sulla base del quale le varie imprese chiamate in causa faranno la loro offerta.

Stabiliti progetto e impresa esecutrice si procederà con la presentazione al Comune dell’eventuale pratica edilizia e quindi, secondo le tempistiche previste per ogni tipologia di titolo abilitativo, ad eseguire i lavori.  Il tecnico seguirà i lavori per tutta la loro durata, o secondo quanto pattuito con la Committenza, occupandosi anche della contabilità lavori e, a fine lavori, provvederà ad assolvere alle ultime pratiche burocratiche per far sì che l’opera sia completamente regolare, così come detto in precedenza.

Il costo della ristrutturazione di un bagno, come per qualsiasi altro ambiente, dipende molto dai materiali e dalle finiture che si andranno a scegliere. In genere, per la ristrutturazione completa di un bagno, le voci interessate sono le seguenti:

Queste voci hanno dei prezzi che variano al variare dei costi di manodopera, i quali, a loro volta dipendono dalle zone in cui ci si trova. Bisognerà poi aggiungere, come si diceva, tutte le forniture dei materiali da mettere in opera e il loro costo dipende dalla scelta che facciamo al momento, partendo da materiali basici fino ad arrivare a quelli più pregiati.

Una buona soluzione per risparmiare, quando non è necessario rifare tutti gli impianti, è quella di verniciare i rivestimenti con delle resine apposite che si possono anche mettere in opera senza il ricorso a professionisti, se si ha una buona manualità, anche se il mio consiglio è di affidarsi sempre a degli esperti. Tali resine vengono applicate direttamente sulle piastrelle esistenti, cambiando così l’aspetto del nostro bagno e facendolo ritornare come nuovo! Per finire, possiamo dire che in media, per un bagno con finiture medie senza pretese si può spendere dai 2.000 euro ai 3.500 euro.

A fronte dei costi di cui abbiamo trattato nel paragrafo precedente, da qualche anno ormai c’è la possibilità di ottenere delle detrazioni fiscali per ristrutturazione anche quando si interviene su un bagno. Il bonus ristrutturazione, infatti, è stato confermato anche per il 2020. Ma come funziona?

Gli interventi che hanno diritto ad usufruire delle detrazioni fiscali sono quelli di ristrutturazione che abbiamo visto in precedenza ad eccezione di quelli di manutenzione ordinaria. Se si effettuano interventi di manutenzione ordinaria non si può, dunque, usufruire di tali agevolazioni, a meno che questi non vengano effettuati in concomitanza con altri lavori più pesanti. Gli interventi finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche, invece, anche se risultano come manutenzione ordinaria, come ad esempio la sostituzione di uno dei sanitari, sono soggetti ad agevolazione fiscale.

L’aliquota di agevolazione fiscale è del 50% sull’importo speso per i lavori edili fino al 31 dicembre 2020 con un tetto massimo di spesa pari a 96.000 euro. In realtà inizialmente si era previsto che dal 1 gennaio 2020 la detrazione sarebbe passata al 36% con un tetto massimo di spesa di 48.000 euro, ma con la crisi dovuta al Covid e i Decreti conseguiti a questa, sono rimasti invariati l’aliquota al 50% e il tetto massimo a 96.000 euro. Rientrano nelle detrazioni anche le spese da affrontare per poter iniziare i lavori, quali le parcelle pagate ai professionisti e gli oneri da corrispondere per le varie autorizzazioni. L’agevolazione verrà poi ripartita in 10 quote annuali a partire dal primo anno successivo a quello in cui sono state effettuate le spese.

L’agevolazione va suddivisa fra tutti i contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi. La detrazione può essere fruita da tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), residenti o meno nel territorio dello Stato.  Non si tratta soltanto dei proprietari degli immobili ma anche dei titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che sostengono le spese di detti interventi, ossia:

Questi devono ovviamente aver sostenuto le spese da documentare con fattura e bonifico parlante, anche se il titolo abilitativo è intestato al proprietario dell’immobile.

Nel paragrafo precedente ho fatto riferimento ai bonifici parlanti. Di cosa si tratta? Al fine di documentare le spese sostenute è necessario che venga utilizzato un bonifico bancario o postale parlante, con all’interno i seguenti dati:

Se i lavori sono stati pagati mediante un finanziamento sarà la Società finanziaria a pagare tramite bonifico, indicando il codice fiscale del soggetto beneficiario della detrazione e quest’ultimo dovrà poi conservare la ricevuta del bonifico effettuato da portare al proprio CAF o commercialista la momento della dichiarazione dei redditi.

A tal fine, bisognerà conservare una serie di documenti da presentare in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate:

Ogni contribuente, infine, ha diritto a detrarre annualmente la quota spettante nei limiti dell’Irpef dovuta per l’anno in questione, quindi in base alla capienza effettiva.

Per la progettazione di un bagno che sia confortevole e funzionale possiamo seguire dei semplici accorgimenti relativi a dimensioni, colori e texture, materiali e complementi.

Se abbiamo di fronte un bagno piccolo come spesso accade in case nelle quali bisogna ricavare un secondo bagno ma non c’è abbastanza spazio, dobbiamo utilizzare ogni centimetro.  In questo caso ci vengono in aiuto alcune soluzioni di sanitari di dimensione ridotta che sono funzionali allo stesso modo di quelli più grandi, ma che hanno il vantaggio di salvare spazio. Si può inoltre rinunciare al bidet, molto in uso nelle nostre case italiane ma quasi sconosciuto in alcuni Paesi Europei. Se proprio non vogliamo rinunciarvi abbiamo a disposizione delle doccette integrate nei wc, i cosiddetti wc giapponesi, prodotti ormai da varie case.

Per la doccia possiamo optare per un modello a pavimento, realizzato direttamente con scarico a terra, ma che richiede qualche accorgimento in più per evitare che una pendenza eseguita male possa farci ritrovare col bagno allagato: meglio, dunque, affidarsi a dei veri esperti del settore. Di sicuro nei bagni piccoli è bene evitare la vasca e, dove già c’è perchè siamo di fronte a bagni vecchi, magari la soluzione migliore e è quella di sostituirla con una doccia più funzionale ed ecologica.

Per bagni piccoli, infine, è preferibile non usare rivestimenti e finiture troppo caotiche o troppo decorate, perchè si rischierebbe di farli apparire ancora più piccoli. Viceversa, affidiamoci a soluzioni monocromatiche o comunque a tinta unita, semplici e preferibilmente chiari. Sono da evitare infatti, per lo stesso motivo, anche le tinteggiature con colori scuri. Ampio spazio, invece, a verniciature con resine o pitture lucide e agli specchi che, riflettendo la luce e le forme, fanno sembrare gli spazi più grandi.

Progettare un bagno grande è molto più semplice proprio perchè si ha a disposizione molto spazio, ma non ci si deve far prendere la mano perchè si rischia di sprecarlo.

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I bagni grandi ci consentono di creare delle vere e proprie spa domestiche, con tanto di area relax, a volte sauna, vasche idromassaggio e docce emozionali dove inserire anche la cromoterapia.

Il bagno lungo e stretto può darci l’idea di un corridoio. Per spezzare questo effetto possiamo creare una rottura nel ritmo dello spazio, attraverso la definizione di zone. Si può, ad esempio delineare una successione armadio-lavanderia/zona lavabi/zona spa con vasca o doccia oppure antibagno con lavabi/zona wc-vasca. Per le finiture vi consiglio di evitare le righe orizzontali che seguono il lato lungo, perchè amplificherebbero  l’effetto corridoio. Sarebbe preferibile, invece, posizionare le righe sul lato corto, per allargarlo o colorare lo stesso lato con un tono più scuro, in modo da avvicinarlo e far sembrare la stanza più proporzionata. A proposito dei rivestimenti per il bagno consigliati: i pavimenti a terra vanno preferibilmente scelti in modo da non enfatizzare la dimensione più lunga, quindi sono vietati i formati stretti e lunghi posati col lato lungo nella direzione più lunga. Anche qui, dosando correttamente specchi e superfici traslucide possiamo correggere la percezione dello spazio.

Come per la geometria a terra, anche la terza dimensione può essere corretta con l’uso del colore e la giusta posa dei rivestimenti. Se abbiamo un soffitto alto possiamo ricorrere ad una tinteggiatura scura del soffitto e anche della parte alta delle pareti, per abbassare il tutto. Viceversa i toni chiari alzeranno un soffitto troppo basso e angusto. Per bagni bassi si può giocare anche con una mezza altezza dei rivestimenti a parete, facendoli arrivare fino a 1,20 m circa, per lasciare il resto della parete libero.

Un elemento importante nella ristrutturazione di un bagno è la scelta dei sanitari. In particolare, si può decidere se prendere quelli sospesi o quelli a terra. La scelta condizionerà ovviamente la posizione degli attacchi, per cui va fatta quasi subito.

Il vantaggio dell’una o dell’altra soluzione non è solo estetico, ma anche funzionale, in quanto un sanitario sospeso è più bello da vedere ma garantisce anche una migliore igiene e pulizia.

I sanitari saranno completati dalla rubinetteria e dagli accessori più adatti al nostro caso. Oggi la scelta è vasta, perchè possiamo decidere di impiegare accessori in acciaio cromato, come da tradizione, o in acciaio satinato, o dorati, o ancora verniciati del colore che più ci piace. Basterà lasciarci guidare dal nostro gusto e dallo stile che già abbiamo scelto per la nostra casa.

Il bagno è un ambiente risaputamente umido, per cui non dimenticate di inserirvi delle piante che qui troveranno il loro habitat naturale, specie se molto illuminato, rendendo questo spazio più vivo e confortevole.

Altro fattore da considerare quando si progetta un bagno è lo stile che gli si vuole conferire. Per questo si guarderà allo stile dell’intera casa, affinchè se ne rispetti le caratteristiche e il bagno sia in linea con il resto. Ciò che determinerà lo stile del bagno saranno i materiali e le finiture che verranno utilizzati.

Per un bagno moderno useremo dei sanitari sospesi, delle piastrelle di grandi formati o anche delle cementine all’ultimo grido e delle linee semplici ed essenziali. La rubinetteria più di tendenza attualnente è quella nera, che fa molto chic ed eleva a stiloso anche il bagno più piccolo.

Un bagno classico avrà invece delle linee più stilizzate, delle modanature che ricordano la fine dell’Ottocento, magari delle vasche a libera installazione con tanto di piedini preziosi e sarà impreziosito appunto da qualche accessorio dorato. 

Il classico strizza l’occhio allo shabby chic se a dominare sono i colori neutri molto chiari e si abbonda con i tessuti.

Infine, un bagno nordico sarà molto chiaro e luminoso e avrà un ampio impiego di oggetti in legno e bambù. 

Per chiudere facciamo una sintesi delle fasi chiave della ristrutturazione di un bagno:

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