Wc, l’industria ceramica punta sulla riduzione degli sprechi d’acqua - la Repubblica

2022-11-15 16:42:27 By : Ms. Nancy Wang

Anche quando va in bagno, l’essere umano spreca risorse: per l’esattezza circa dieci litri d’acqua ogni volta che viene tirato uno sciacquone. Ed ecco che l’industria dei water sta studiando ormai da tempo delle tazze che si puliscano senza così tanto liquido. “I produttori di wc applicano la normativa europea, la quale prevede l’efficienza dello scarico a sei litri, ma nel distretto di Civita Castellana molte aziende producono wc che già scaricano con una minore quantità d’acqua, sino a quattro litri”, racconta Augusto Ciarrocchi, vicepresidente di Confindustria Ceramiche. Può far sorridere invece è una questione importante soprattutto in periodo di crisi idrica, se si calcola che una persona va in bagno diverse volte al giorno e che solo in Italia siamo 60 milioni di persone che mandano letteralmente nel cesso fiumi di oro blu.

La sostenibilità del sanitario diventa dunque un tema se non centrale da non sottovalutare. Tanto che è nato persino lo Unified Water Label, l'etichetta unificata dell'acqua che fornisce un mezzo per identificare i prodotti che utilizzano in modo attento l’acqua e l’energia. “Abbiamo il supporto di molti produttori in Europa che hanno portato avanti l’innovazione per offrire prodotti sanitari per il bagno che consumano meno acqua ed energia – racconta l’ad Yvonne Orgill – Ora vogliamo comunicare meglio e di più, incentivando la supply chain, per garantire che nelle abitazioni sia presente un numero maggior di questi prodotti”.

Nelle case italiane sono ancora diffusi i water che consumano 10 litri d’acqua a ogni tirata di sciacquone. Mentre negli alberghi questi wc si stanno diffondendo. “Nelle abitazioni, negli hotel e negli uffici è diventata una questione di bolletta, perché ridurre il consumo d’acqua significa riduzioni importanti dei costi”, ricorda il vicepresidente di Confindustria ceramica. I wc di nuova generazione arrivano anche nei complessi residenziali di nuova costruzione. Ci sono società della ceramica che hanno commesse contract per grandi catene e grandi gruppi immobiliari e ne vendono a centinaia. “Il mercato chiede sempre più spesso di conoscere le performance di scarico dei wc e anche quanta CO2 è stata emessa per produrli”, afferma Ciarrocchi. E una parte dell’industria ceramica già fornisce al mercato le informazione relative all’impronta ecologica dei prodotti.

Resta il fatto che per produrre ceramiche, anche quelle per il bagno, si consuma una grande quantità di energia. Soprattutto gas metano. Un problema con i prezzi alle stelle che stanno mettendo in ginocchio le aziende. Con un conseguente impatto ambientale. “Anche qui si stanno cercando soluzioni ma non è facile perché le cotture di ogni singolo prodotto richiedono temperature elevate. In compenso, sugli stampi in gesso esausti e sugli scarti di lavorazione i ceramisti hanno fatto passi da gigante - conclude Ciarrocchi - Sono oramai quasi del tutto riutilizzati per la produzione limitando il consumo di materie prime in un’ottica di economia circolare”.