Gas, quali sono le alternative per riscaldarsi?

2022-11-15 16:43:22 By : Ms. Annabelle Tang

Nel 2022, trovare un sistema che si possa usare senza dover prosciugare il conto corrente è diventata un’impresa ardua. Ecco una panoramica di ciò che offre il mercato

Cosa usano gli italiani per riscaldarsi? Senza dubbio il metano, un combustibile considerato economico fino a qualche mese fa. Quando il conflitto Russia-Ucraina ha scombussolato le carte, portando scompiglio nel mercato. Quindi, come riscaldare la casa senza ricorrere al gas? E’ la domanda che si fanno tutti. Vediamo quali sono le alternative disponibili, e quali sono vantaggi e svantaggi di ciascuna soluzione.

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L’utilizzo di stufe a pellet per riscaldare un appartamento rappresenta, attualmente, una scelta più economica nei confronti del metano, e ancora di più del gasolio. La convenienza, però, si sta assottigliando sempre di più.

I costi del pellet sono esplosi già qualche mese prima dello scoppio della guerra, complici la pandemia, la diminuzione dell’offerta, l’aumento della domanda e altri fattori.

Ne abbiamo già parlato in questo articolo, dove abbiamo anche fornito qualche consiglio a chi intendesse comprare online questo combustibile.

Al momento un sacco di pellet da 15 kg può costare anche 15 €. Alcuni, per riempire le stufe, si stanno rivolgendo a combustibili a biomassa alternativi e più economici, come il diffuso nocciolino (ricavato dai noccioli di oliva), il cippato di legno, il mais o altro.

Il nocciolino e gli altri prodotti si possono usare, però, solo se la stufa a pellet lo consente. Di solito si effettua una modifica al bruciatore eseguita da un tecnico specializzato.

Il risparmio conseguibile usando pellet o altri tipi di biomassa, però, si paga in termini di gestione. Una stufa a pellet dev’essere pulita molto spesso, i consumi sono ingenti (un sacco di pellet dura solo poche ore) e per questo motivo o si fa un singolo, consistente, carico di pellet a inizio stagione (purchè si abbia un locale dove immagazzinarlo…) oppure si fanno piccoli acquisti periodici (trasformandosi in facchini…a meno che non si paghi qualcuno per consegnarli dentro casa).

Una caldaia elettrica funziona utilizzando delle semplici resistenze. Sul mercato si trovano vari modelli con prezzi che variano da qualche centinaio di euro fino a 3000 euro e oltre.

I vantaggi di una caldaia elettrica consistono nella indubbia semplicità di utilizzo e un rendimento termico elevatissimo dovuto al fatto che non disperdono calore quando riscaldando l’acqua. Di contro, bisogna tenere conto del costo del chilowattora, in costante aumento anch’esso.

A questo proposito, cambiare fornitore di luce e gas può rivelarsi una scelta vincente. Per farla, però, è indispensabile rivolgersi ad esperti del settore, come Tiscali Tagliacosti, un sito che mette a confronto gratuitamente e senza impegno le offerte degli operatori più affidabili.

Una caldaia a gas può bruciare metano oppure GPL. La prima tipologia è la più diffusa, data la distribuzione del metano sul territorio nazionale. Le caldaie a GPL sono più usate in alcune regioni dove il metano non arriva ancora in modo capillare.

Le caldaie più diffuse sono quelle a camera aperta, a camera stagna e a condensazione. Quelle a camera aperta usano il tiraggio naturale, sfruttando l’aria ambientale per la combustione del gas ed espellendo i fumi da un condotto verticale. In quelle a camera stagna si usa il tiraggio forzato: l’aria comburente arriva nella camera di combustione grazie a un tubo posto all’esterno, e lo scarico viene effettuato grazie a un tubo in cui arrivano i gas combustibili spinti grazie a una piccola ventola.

Una caldaia a condensazione funziona come una caldaia a camera stagna: una ventola aspira l’aria e usa uno scambiatore di calore, ma in questo caso parte del calore latente viene recuperato e ceduto all’acqua per aumentare la sua temperatura.

Quest’ultimo tipo di caldaie è molto efficiente dal punto di vista della resa del combustibile (che rasenta il 100%), e consente di raggiungere la temperatura richiesta con meno gas.

Con le caldaie a condensazione, a fronte di una spesa iniziale più elevata, si può beneficiare in seguito di consumi nettamente inferiori rispetto alle altre tipologie di modelli. Una caldaia a camera stagna continua a essere una soluzione valida soprattutto per ambienti frequentati occasionalmente (come le seconde case).

E’ un sistema che prevede la messa a terra (sotto il massetto, ma in certi casi anche sopra le piastrelle, con un impianto a spessore ridotto) di un sistema di serpentine in grado di far circolare acqua calda in inverno e fredda d’estate, soddisfando così ogni esigenza di climatizzazione di un ambiente.

Questa soluzione è ottima perché consente di coprire uniformemente tutte le stanze di un immobile, ed è conveniente per chi non intenda mettere condizionatori in ogni ambiente, che consumerebbero troppo se accesi tutti insieme. L’assorbimento energetico non è comunque poco: questo impianto, quindi, è l’ideale soprattutto per chi può servirsi di un impianto fotovoltaico.

Un approfondimento sul tema si trova a questo indirizzo.

Una pompa di calore rappresenta una buona soluzione rispetto al gas, e si può usare sia in inverno per riscaldare, che in estate per rinfrescare la casa. Purtroppo non è molto indicata per riscaldarsi in regioni dal clima rigido (tipicamente al nord Italia).

A questo indirizzo troverete un approfondimento sulle tipologie, sul funzionamento e sui consumi delle pompe di calore.

Si tratta di pannelli posizionabili a soffitto oppure a parete che non scaldano l’aria direttamente, ma le superfici opposte.

Presentano due svantaggi: 1) Non sono consigliati per appartamenti di grandi dimensioni 2) hanno costi superiori rispetto al metano, alle pompe di calore e alle biomasse.

Innanzitutto, è necessario fare un distinguo (nel senso comune si parla genericamente di “pannelli solari”) tra pannelli solari termici e pannelli fotovoltaici. I primi vengono generalmente usati per la produzione di acqua calda sanitaria, i pannelli fotovoltaici invece servono a generare energia elettrica per rendere indipendente (“off-grid”, tramite batterie di accumulo) o semindipendente dalla rete elettrica nazionale una abitazione.

L’energia prodotta può servire ad alimentare sia le pompe di calore, che i pannelli radianti, oppure anche il riscaldamento a pavimento o la ventola che fa fuoriuscire il calore dalle stufe a pellet. Al riguardo, in questo articolo abbiamo parlato in dettaglio delle differenze e dei casi in cui conviene installare un impianto fotovoltaico.